Parte 1 ISOLA 1| SIGLA

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Su un Mac da 59 pollici scorrevano campi lunghi e PAN di acque smeraldine, spiagge bianche, vegetazione lussureggiante e noci di cocco. Una ripresa aerea in campo lunghissimo aveva poi rivelato lo scenario paradisiaco come appartenente a un isolotto immerso nel blu di un oceano senza fine. In sottofondo prima i Beatles, poi i Sex Pistols, seguiti da Back to Black dalla Winehouse e da otto altri pezzi di stili, decenni e autori diversi, nessuno dei quali uscito dopo il 2016.

Dopo aver messo in pausa il programma di montaggio video, un ragazzo di origini indù, con le cuffie al collo e le gambe su uno di quei seggiolini ergonomici senza schienale, aveva usato una Bic per comporre su un telefono i 18 caratteri alfanumerici della Oltremol.

Al terzo squillo, una vocetta sullo scazzato andante aveva risposto. Il ragazzo indù si disse che doveva essere stata milanese, o forse brianzola.

«Oltremol, buongiorno, sono Giada. Come posso aiutarla?»

«Sì, buongiorno, sono Rashes. Mi passa l'Isola, per favore?»

«Chi?»

«Rashes Patel Kapoor.»

«Per che cos'era?»

«Ehm, per la sigla.»

«Chi è che parla?»

«Rashes Patel Kapoor, ma mi conoscono tutti come Rashi.»

«... Interno?»

«No, interinale in stage, lavoro per la Bollydead.»

«Grazie, non ci serve niente.»

A voi no, ma a me sì.

«Mi perdoni, signorina, ma non vendo nulla, ho solo bisogno dell'ufficio autori, è urgente.»

«Ok. Puoi dire a me.»

«Guardi, signorina Giada, la ringrazio ma ho proprio bisogno di parlare con loro.»

«Ti dico che puoi parlare con me e che dopo glielo dico io.»

«Davvero? Lei è per caso uno degli autori? È finita al centralino per punizione? Ha mai montato una sigla, signorina Gia-da? E già che ci siamo, signorina Gia-da, come diavolo si permette di darmi del tu quando io le do del lei? Non per l'accento, di sicuro, che sono nato sul Po', mica nel Gange...» pensò Rashes Patel Kapoor, dicendo invece: «Giada, davvero, mi scusi, ma io sono quello che fa le sigle e ho bisogno di parlare con l'ufficio degli autori dell'Isola dei famosi morti.»

«Potevi mica dirlo subito? Va bene, dai, cià che ti passo l'interno.»

Musichetta.

Uno squillo, due, tre e al quarto:

«Ufficio degli autori, sono Gennaro. Chi parla?»

«Ciao Gennaro, sono Rashi. Carletti c'è?»

«Ciao piccirì! Sì, che ti serve dal dottore?»

«Devo parlarci.»

«Perché? Non puoi dire a me?»

Ohgrandeshivadammilaforza.

«Non lo so, Gennaro, è che tra due ore siamo in onda e non ho ancora finito la sigla.»

«Uh, Gesù! Non mi dire. E a che punto sei?»

«Eh, a che punto, ho fatto l'intro, le riprese dall'alto, taglio, qualche Grammy, lungo sulle groupie, altro taglio, titolo, lunghissimo sui funerali con migliaia di vivi che piangono, PP... scusa, primo piano, uno per uno sui concorrenti nei momenti di massimo successo e di massima depravazione, sai la droga, capito, ecco...»

«E? Mi sembra buono, piccirì. Dove sta il guaio?»

«Eh, il guaio è che mi manca la droga.»

«Mado', non mi dire! Pure tu?»

«No, no, dicevo per Carlo, non ne ho trovata.»

«Tutto qui? Allora apposto stiamo, ti prendi un bel taglio di repertorio, un bel vassoio di polverina e tanti saluti. Apposto?»

«Macché, c'è anche la Biondina, quella dell'Essex, non so se è per la mia linea che va e viene ma io su di lei non ho quasi niente. Come se, per esempio, non fosse...»

«Non fosse...?»

«Famosa...»

«Uh, Gesù! Senti, piccirì, vedo se il dottore ti parla.»

Un minuto più tardi, Gennaro dell'ufficio degli Autori era tornato al telefono e aveva detto a Rashes Patel Kapoor, detto Rashi, che gli avrebbe mandato i tagli dei pre-casting. 

Rashes Patel Kapoor, giusto per sicurezza (e anche per non dover ripassare da Giada del centralino) chiese delucidazioni sui clip.

«Nei clip ci stanno le fotografie della uaglioncella, dai 15 anni ai 35, ci sta Parigi, Londra, Dover, Edimburgo, fai tu, piccirì, poi lei che balla e viene applaudita, senti senti, teniamo pure 'sto pezzo di un lavandino pieno di sangue, con un creaturo che piange. Secondo me ti bastano, che dici?»

«Sì, sì, grazie, ma altri doc ne abbiamo? ...sulla biondina, dico.»

«Aspetta, teniamo un diario. Lo vuoi?»

«Un diario? No, dai, lascia stare, non ho tempo. Mi arrangio.»

«Ok. Stiamo apposto allora, piccirì. Appena hai fatto, mandamela.»

L'isola dei famosi morti per drogaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora